Appunti per una politica economica della decrescita felice
Balducci, D’Angelo, Lilla
ISBN 978-88-88224-77-0
pag 176
Euro 12,00
La crescita economica, intesa come produzione senza fine di merci, è un’idea ormai superata. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) è una costruzione statistica alla quale sono state, nel corso del tempo, attribuite proprietà che non gli possono appartenere. In particolare, il PIL dovrebbe misurare le attività legate all’agire economico e che hanno un prezzo. L’identificazione col benessere avviene solo dopo la sua invenzione: attraverso questa operazione passeranno le filosofie (neo)liberiste, che estenderanno a tutti i campi della vita sociale, le logiche del mercato. Come il lavoro contenuto in queste pagine mostra chiaramente, voler misurare il benessere col PIL equivale a pretendere di misurare lo spazio-tempo a litri o la cultura a chili. Andare oltre il PIL non significa dunque impegnarsi nella costruzione di un indicatore sintetico alternativo, ma superare la logica di mercato fine a sé stessa (una visione già ben definita in Fuà, 1993). La misurazione del benessere non è un problema esclusivamente tecnico, in quanto la concezione stessa del benessere dipende dalle preferenze e dai valori di una società e degli individui che la compongono.
La decrescita (Latouche, 2008) non è una rinuncia alla ricchezza, un elogio del pauperismo e dei bei tempi andati. Piuttosto un modo diverso di produrre, che metta al centro l’uomo ed i suoi bisogni, dove il valore d’uso prevalga sul valore di scambio. Insomma, produrre per lavorare di più torni ad essere quel nonsenso che è.Francesco Balducci, Emanuela D’Angelo e Marco Lilla svolgono attività di ricerca sul tema del benessere presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Sociali dell’Università Politecnica delle Marche.
La presentazione è di:
Mauro Gallegati è professore presso l’Università Politecnica delle Marche, Ancona e collabora con l’Istituto Sistemi Complessi, CNR, Roma
Maurizio Pallante è il presidente del Movimento per la Decrescita Felice